Nel corso dei diversi decenni di esperienza clinica, anche sulla base degli studi e delle ricerche effettuate nonché del contributo dell’attività di insegnamento agli studenti del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e della Scuola di Specializzazione in Psichiatria della quale è stato Direttore presso l’Università di Siena, ha consolidato un tipo di intervento per i disturbi nervosi e mentali basato su un approccio integrato e personalizzato, che trova il suo fondamento primario nell’ascolto partecipe e rispettoso di quanto il paziente esprime, ascolto che è alla base di una corretta e articolata conoscenza e comprensione della situazione in cui egli versa.
Tale approccio non può prescindere, nella maggior parte dei casi, da un oculato e ponderato ricorso ad una terapia farmacologica. Terapia farmacologica che deve essere basata su una diagnosi clinica che individui la categoria in cui il disturbo del soggetto è collocabile, ma che deve anche tener conto delle peculiarità sintomatologiche che rendono il disturbo di un determinato paziente diverso da quello di un altro quand’anche inquadrabile nella stessa categoria diagnostica.
La terapia deve comunque far riferimento quanto più possibile alle specifiche caratteristiche della singola persona (ad es. età, genere, attività lavorativa, peso corporeo, copresenza di malattie somatiche e della relativa farmacoterapia, storia di ipersensibilità ai farmaci, importanza individuale di eventuali effetti collaterali). Nella prescrizione farmacologica vengono preferite nella maggior parte dei casi dosi non eccessive di farmaci, possibilmente in monoterapia (spesso la ricetta si esaurisce con la prescrizione di un unico prodotto),prevedendo comunque di raggiungere la dose efficace mediante un incremento molto graduale della posologia, talora, se giudicato opportuno in rapporto alle caratteristiche della singola persona, a partire da dosi quasi “omeopatiche”.
Un’ attenzione particolare viene rivolta agli eventuali effetti collaterali dei farmaci assunti (ad es. incremento ponderale, ripercussioni sulla sfera sessuale, eccesso di sedazione o sonnolenza diurna, debolezza, etc.), dando fede a quanto il soggetto riferisce in merito (non liquidandoli come fantasie o esagerazioni del paziente) e provvedendo ad un pronto intervento correttivo. Una terapia farmacologica deve essere efficace, ma non a prezzo di talvolta invalidanti disturbi imputabili alla terapia stessa.
L’inquadramento diagnostico e sintomatologico, fondamento della prescrizione farmacologica, tuttavia non può non essere completato da una attenta valutazione degli aspetti caratteriali, temperamentali e personologici nonché dei contesti biografici ed esistenziali in cui il disturbo è insorto. Tutto ciò nell’intento di fornire, insieme alla prescrizione farmacologica, anche informazioni che permettano al paziente una maggiore conoscenza della sua patologia (il nemico lo combattiamo efficacemente solo se ne conosciamo le caratteristiche) nonché riflessioni e suggerimenti comportamentali che siano di aiuto nell’affrontare la propria situazione di disagio.
Quando indicato, potrà essere consigliato al paziente di affiancare alla terapia farmacologica un trattamento psicoterapeutico svolto da altro specialista con specifica competenza. E’ ormai parere unanime della comunità scientifica che, in molti casi, l’intervento farmacologico e quello psicoterapico non si escludano né contrastino l’uno con l’altro, ma anzi si completino e si potenzino vicendevolmente.
In determinati casi si può ravvedere la opportunità di un completamento della terapia con la prescrizione di validi integratori , scelti fra quelli di documentata efficacia.
E’ comunque di assoluta importanza accompagnare il paziente nel suo percorso terapeutico con periodici controlli, non necessariamente molto ravvicinati (nella prima fasi del trattamento più frequenti, poi via via sempre più rari) nonché garantendo una pronta disponibilità a consultazioni telefoniche che ovviamente non sostituiscono la visita in presenza ma consentono comunque una correzione terapeutica in relazione ad eventuali effetti collaterali dei farmaci assunti o, in caso di necessità, un adeguamento della posologia od una integrazione farmacologica mirata.
Così operando,soltanto in casi molto rari sarà necessario ricorrere al ricovero in strutture specialistiche.